E' andata, seggi chiusi, quorum passato, quindi posso rivelare l'autore della "fontanella imbottigliata" rinvenuta a Mallare venerdì mattina.
C'erano un sacco di elementi che potevano suggerire l'identità dell'autore: il fatto che sia proprio sotto la mia finestra, quella dove è stata tutto il tempo in bella mostra la bandiera "2 sì per l'acqua", il fatto che sia stata la mia fidanzata a scattare le foto (quelle poi comparse in corredo agli articoli) alla fontanella venerdì mattina, il fatto che abbia mandato io i comunicati riguardo all'installazione, e soprattutto il fatto che (se si osservava bene la bottiglia) all'interno dell'etichetta, in basso, in piccolo, ci stavano le mie iniziali a penna "FV, 6/2011".
Qualcuno potrebbe pensare che non è servito a niente, non ne hanno parlato in tv, buona parte dei mallaresi magari neanche si sono accorti della presenza della bottiglia, ma si sbagliano.
Una cosa che mi ripeto da anni, più di dieci, quando partecipo ad una lettura di poesia, è questa: "basta che a una singola persona resti impresso un singolo verso, ed è servito a qualcosa". Lo stesso per la "fontanella imbottigliata": mi basta che una singola persona, vedendola o leggendone su internet o sentendone parlare da altri al bar, si sia ricordata di andare a votare (quando magari gli sarebbe passato di mente) o addirittura abbia deciso di andarci, e
imbottigliare la fontanella ha avuto un senso.
Penso l'arte nel 2011, a differenza dei grossi mass-media come televisione o internet o giornali, debba vivere di questo: piccoli traguardi, minime vittorie, a volte brucianti sconfitte (non in questo caso, fortunatamente). Non coinvolge milioni di persone, ma resta impressa ad una manciata di curiosi.
Magari anche uno soltanto, ma fa il suo lavoro.
Non è un lavoro di ascia, o di piccone, è più un "lavoro di lima" come dice il cantautore genovese Max Manfredi. Lavoro che nel suo piccolo è magari a volte utile, ma comunque sempre necessario.
C'erano un sacco di elementi che potevano suggerire l'identità dell'autore: il fatto che sia proprio sotto la mia finestra, quella dove è stata tutto il tempo in bella mostra la bandiera "2 sì per l'acqua", il fatto che sia stata la mia fidanzata a scattare le foto (quelle poi comparse in corredo agli articoli) alla fontanella venerdì mattina, il fatto che abbia mandato io i comunicati riguardo all'installazione, e soprattutto il fatto che (se si osservava bene la bottiglia) all'interno dell'etichetta, in basso, in piccolo, ci stavano le mie iniziali a penna "FV, 6/2011".
Qualcuno potrebbe pensare che non è servito a niente, non ne hanno parlato in tv, buona parte dei mallaresi magari neanche si sono accorti della presenza della bottiglia, ma si sbagliano.
Una cosa che mi ripeto da anni, più di dieci, quando partecipo ad una lettura di poesia, è questa: "basta che a una singola persona resti impresso un singolo verso, ed è servito a qualcosa". Lo stesso per la "fontanella imbottigliata": mi basta che una singola persona, vedendola o leggendone su internet o sentendone parlare da altri al bar, si sia ricordata di andare a votare (quando magari gli sarebbe passato di mente) o addirittura abbia deciso di andarci, e
imbottigliare la fontanella ha avuto un senso.
Penso l'arte nel 2011, a differenza dei grossi mass-media come televisione o internet o giornali, debba vivere di questo: piccoli traguardi, minime vittorie, a volte brucianti sconfitte (non in questo caso, fortunatamente). Non coinvolge milioni di persone, ma resta impressa ad una manciata di curiosi.
Magari anche uno soltanto, ma fa il suo lavoro.
Non è un lavoro di ascia, o di piccone, è più un "lavoro di lima" come dice il cantautore genovese Max Manfredi. Lavoro che nel suo piccolo è magari a volte utile, ma comunque sempre necessario.
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