lunedì 13 giugno 2011

Fontanella Imbottigliata


E' andata, seggi chiusi, quorum passato, quindi posso rivelare l'autore della "fontanella imbottigliata" rinvenuta a Mallare venerdì mattina.
C'erano un sacco di elementi che potevano suggerire l'identità dell'autore: il fatto che sia proprio sotto la mia finestra, quella dove è stata tutto il tempo in bella mostra la bandiera "2 sì per l'acqua", il fatto che sia stata la mia fidanzata a scattare le foto (quelle poi comparse in corredo agli articoli) alla fontanella venerdì mattina, il fatto che abbia mandato io i comunicati riguardo all'installazione, e soprattutto il fatto che (se si osservava bene la bottiglia) all'interno dell'etichetta, in basso, in piccolo, ci stavano le mie iniziali a penna "FV, 6/2011".
Qualcuno potrebbe pensare che non è servito a niente, non ne hanno parlato in tv, buona parte dei mallaresi magari neanche si sono accorti della presenza della bottiglia, ma si sbagliano.
Una cosa che mi ripeto da anni, più di dieci, quando partecipo ad una lettura di poesia, è questa: "basta che a una singola persona resti impresso un singolo verso, ed è servito a qualcosa". Lo stesso per la "fontanella imbottigliata": mi basta che una singola persona, vedendola o leggendone su internet o sentendone parlare da altri al bar, si sia ricordata di andare a votare (quando magari gli sarebbe passato di mente) o addirittura abbia deciso di andarci, e
imbottigliare la fontanella ha avuto un senso.
Penso l'arte nel 2011, a differenza dei grossi mass-media come televisione o internet o giornali, debba vivere di questo: piccoli traguardi, minime vittorie, a volte brucianti sconfitte (non in questo caso, fortunatamente). Non coinvolge milioni di persone, ma resta impressa ad una manciata di curiosi.
Magari anche uno soltanto, ma fa il suo lavoro.
Non è un lavoro di ascia, o di piccone, è più un "lavoro di lima" come dice il cantautore genovese Max Manfredi. Lavoro che nel suo piccolo è magari a volte utile, ma comunque sempre necessario.


Gli articoli su Ivg, Savonanews, Comitato Acqua Savona

giovedì 9 giugno 2011

referendum 12 - 13 giugno

Ci siamo quasi, il 12 e 13 giugno si voteranno i quattro referendum: uno riguardo al nucleare (possibilità di costruire nuove centrali in Italia), uno sul legittimo impedimento (diritto dei membri del Governo a non presentarsi ai processi) e due sull'acqua (privatizzazione della gestione ed aumento delle tariffe in base agli investimenti effettuati dal gestore).
In sintesi: essendo referendum abrogativi, si vota per abolire le leggi sottoposte a referendum (quindi quelle che prevedono nuove centrali, legittimo impedimento, aumento delle tariffe dell'acqua e privatizzazione della gestione della stessa), si vota No per mantenere le leggi attuali (quindi per ritrovarsi con una centrale nucleare sotto casa, con i membri del governo che di fatto diventano impunibilli per qualsiasi reato possano commettere e per avere l'acqua affidata a privati e ad un prezzo più caro in bolletta).
Non è necessario che lo dica, ma ve lo dico lo stesso: io voterò quattro Sì.
Per quello che riguarda l'acqua, oltre a pensare che essendo un bene indispensabile alla vita secondo me dovrebbe essere non solo a gestione pubblica, ma addirittura gratuita (il grado di una civiltà si misura anche dalle "fontanelle", quei rubinetti sparpagliati per le città che permettono di bere gratis, più una civiltà è evoluta più ce ne sono), penso anche un'altra cosa: quando chi amministra e gestisce il servizio pubblico (la classe politica) mi viene a dire che i privati lo gestirebbero meglio di loro, per prima cosa smetto di votare quegli amministratori che hanno ammesso così serenamente di essere degli incapaci.
Quindi quattro sì, e non ne parliamo più (speriamo).

Per chi volesse saperne di più, questo è il sito del comitato promotore dei referendum sull'acqua.

mercoledì 8 giugno 2011

La danza dei fiocchi di neve



Il commento della prima persona che ha letto questa mia (che è anche la prima mia scritta dopo un devastante finesettimana di addio al celibato a Monaco di Baviera con due carissimi amici, non appena ho riacquistato l'uso della parola) è stato che gli manca il "guizzo" finale che secondo lei caratterizza tante mie poe. Secondo me invece il guizzo c'è, ma mi ha incuriosito la possibilità di vedercelo solo io, quindi la pubblico qui e resto curioso di sapere cosa ne pensano i gentili lettori.

La danza dei fiocchi di neve

Anche tu, come tutti, sei stato qualche anno
un vagabondo del passato, mendicante
di ricordi, come certi vecchi veterani
di certe vecchie guerre, la divisa rovinata
e un'amputazione fresca.
Per fortuna, da una donna quasi sempre si guarisce
dalle crisi d'abbandono se ne esce
o forse, un'altra volta, pure questa hai avuto culo
giusto in tempo per cascarci un'altra volta
e poi di nuovo
facendo la fortuna, a seconda del momento,
del fioraio o del barista.
E magari ti viene da pensare
che ormai sei scafandrato, un osso duro, vaccinato
non ti lasci più fregare da 'ste cose
e che le donne, ora lo sai, son tutte uguali.
Ben ritrovato, povero illuso,
questa è la danza dei fiocchi di neve
(con ogni tanto un cazzo nel culo
ma lo spettacolo resta impagabile).