mercoledì 8 giugno 2011

La danza dei fiocchi di neve



Il commento della prima persona che ha letto questa mia (che è anche la prima mia scritta dopo un devastante finesettimana di addio al celibato a Monaco di Baviera con due carissimi amici, non appena ho riacquistato l'uso della parola) è stato che gli manca il "guizzo" finale che secondo lei caratterizza tante mie poe. Secondo me invece il guizzo c'è, ma mi ha incuriosito la possibilità di vedercelo solo io, quindi la pubblico qui e resto curioso di sapere cosa ne pensano i gentili lettori.

La danza dei fiocchi di neve

Anche tu, come tutti, sei stato qualche anno
un vagabondo del passato, mendicante
di ricordi, come certi vecchi veterani
di certe vecchie guerre, la divisa rovinata
e un'amputazione fresca.
Per fortuna, da una donna quasi sempre si guarisce
dalle crisi d'abbandono se ne esce
o forse, un'altra volta, pure questa hai avuto culo
giusto in tempo per cascarci un'altra volta
e poi di nuovo
facendo la fortuna, a seconda del momento,
del fioraio o del barista.
E magari ti viene da pensare
che ormai sei scafandrato, un osso duro, vaccinato
non ti lasci più fregare da 'ste cose
e che le donne, ora lo sai, son tutte uguali.
Ben ritrovato, povero illuso,
questa è la danza dei fiocchi di neve
(con ogni tanto un cazzo nel culo
ma lo spettacolo resta impagabile).

2 commenti:

  1. se a qualcuno venisse il dubbio: sì, sto rileggendo Bukowski :-)

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  2. Danza che non finirà mai. Noi finiremo, non la danza.

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