Sera di Pasqua, dopo pranzo e cena in famiglia passato a parlar male dei politici con mio zio Carlo.
E a sentire racconti del tempo di guerra da Luigina.
E ad accorgersi che stiamo tornando a quei tempi.
Non potendo suonare in casa, visto che è tardi e ho dei vicini di casa, sono finito in un prato io e la chitarra (la chitarra ed io).
Non so suonare la chitarra, questo no, ma mi piacere far finta di saperlo fare.
Se questa notte, ad un incrocio, avessi incontrato il diavolo.
Il diavolo mi avrebbe probabilmente chiesto la strada.
Tornato a casa dopo aver fatto finta di suonare la chitarra in un prato ascolto Vecchioni.
"Sentire d'essere noi le sole stelle sbagliate in questa immensa perfezione serale".
Mi mancano un sacco di cose.
Mi mancano un sacco di persone.
Mi manchi.
Se questa sera ad un incrocio avessi incontrato il diavolo, avrebbe avuto qualcosa da imparare da me.
Io sono quello che gira di notte.
Mi manchi.
Dovrei scrivere una poesia, qualcosa, a riguardo.
Non ho niente da insegnare a nessuno.
Se questa sera ad un incrocio avessi incontrato il diavolo gli avrei chiesto la strada.
"Sentire d'essere noi le sole stelle sbagliate in questa immensa perfezione serale".
Non so suonare la chitarra, questo no.
Dio quanto mi manchi.
lunedì 13 aprile 2009
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Spesso quando si ha nostalgia degli altri si ha in realtà nostalgia di se stessi. Ma è una nostalgia buona, di quelle che fan venir voglia di fare meglio le cose che non si sa far bene, come suonare la chitarra, oppure ispirano a scrivere qualcosa di molto bello. La seconda la diamo per fatta. Notte.
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